giovedì 7 novembre 2013

Bonifica discarica "La Selva" interrogazione parlamentare a firma SEL







Già in passato parte della località La Selva, nel comune di Sessa Aurunca, in provincia di Caserta, area sottoposta a vincolo idrogeologico e naturale, era stata destinata a discarica attraverso lo scavo di una fossa nel terreno priva di ogni rivestimento e di ogni misura igienica o di carattere precauzionale, discarica tale da occupare e ostruire il letto di due corsi d'acqua, Fosso Maltempo e il Fosso del Pazzo, entrambi tributari del rio Selva.
Tra il 1980 e il 1990 ben quattro relazioni geologiche hanno attestato che le rocce sottostanti la discarica sono formate da tufi e da detriti lavici in cui è presente un'alta permeabilità per fessurazione. Poiché i rifiuti vengono sversati nella vallata senza che vi siano sistemi di captazione del percolato né alcuna altra forma di protezione, il percolato filtra nelle acque sottostanti, le relazioni consigliavano di non alterare l'equilibrio naturale dei luoghi con sbancamenti e movimenti terra.
Nel 1985, durante lo scandalo dei fanghi del depuratore di Cuma, i consiglieri regionali eletti con la lista Campania Civica e Verde denunciarono che i fanghi tossici del depuratore venivano smaltiti nella discarica «La Selva», e che la discarica consisteva in una fossa scavata, in netta e palese violazione dell'articolo 9 del decreto del Presidente della Repubblica 915 del 1982.  
La società «AB&F», che gestiva la discarica in questione, è stata coinvolta in procedimenti penali legati alla questione dei fanghi provenienti dall'azienda «Alto Adige Service», al rinvenimento di fusti contenenti liquidi di natura imprecisata, allo scarico abusivo di liquidi con particolare riferimento a scoli industriali, al rinvenimento di fusti contenenti liquidi di natura tossico-nociva della «MORTEO-SOPREFIN» e per la denuncia sporta da Giovanni Martino, un contadino che aveva constatato l'inquinamento del ruscello da fanghi e schiume che non permettevano al bestiame di sua proprietà di abbeverarsi, come rinvenibile nella relazione dei carabinieri del NOE incaricati dal Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare di effettuare un sopralluogo sulla discarica. 
Il pretore di Sessa impose all'epoca alla Usl 15 di effettuare apposite analisi dalle quali è emerso che nella discarica sono stati scaricati rifiuti tossici e nocivi.
 il primo processo si è celebrato solo cinque anni dopo, il 17 luglio 1990, e Buonamano è stato riconosciuto colpevole per l'imputazione e condannato a 4 mesi di reclusione, oltre a una multa di 1.600.000 lire. 
Dal rapporto del NOE, risalente al 17 marzo 1989, si legge che nella discarica sono state ammassate tonnellate indefinite di rifiuti di ogni genere provenienti da varie regioni italiane;   sempre nel rapporto del NOE si legge che gli organi preposti istituzionalmente al controllo, benché consapevoli dei reati connessi agli scarichi abusivi di cui ai procedimenti penali, non avevano effettuato i controlli per accertare che infiltrazioni di percolato potessero aver causato irreparabili danni ambientali e di sanità pubblica.  
 La discarica ha continuato la sua attività, con l'arrivo ogni notte di decine di tir con bolle di accompagnamento rivelatesi poi false, fino al 19 marzo 1992, quando il sindaco Capriglione ha ordinato la chiusura della discarica”.
Questo è quanto si legge in una parte della mozione discussa a Palazzo Montecitorio, nella seduta pubblica di lunedì scorso. L’atto di indirizzo è stato presentato da Gennaro Migliore e cofirmato da Titti Di Salvo, Francesco (detto Ciccio) Ferrara, Giancarlo Giordano, Serena Pellegrino, Ileana Piazzoni, Michele Ragosta, Arturo Scotto, Alessandro Zan e Filiberto Zaratti.
Sinistra, Ecologia e Libertà ha portato all’attenzione della Camera dei Deputati anche le due inchieste, condotte dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, relative ai presunti rifiuti nascosti sotto il manto stradale della SS. Appia ed alla centrale nucleare del Garigliano, che vedono coinvolto sempre il territorio aurunco.

Sulla delicata situazione ambientale in cui versa il Comune di Sessa Aurunca, si espresse anche l’onorevole Arturo Scotto, il 17 luglio scorso, con l’interrogazione parlamentare indirizzata al Ministro dell’Ambiente Andrea Orlando 
L’ex discarica ‘La Selva’ andò a fuoco il 2 settembre 2011. Un vasto incendio provocò la combustione dei manti in HDPE presenti nell’area e ricoprenti parte del terreno. Le fiamme interessarono, in alcune zone, anche i rifiuti sottostanti lo strato protettivo impermeabile. Un rogo, questo, che è rimasto bene impresso nei ricordi dei cittadini della zona per il forte odore acre emanato dal materiale plastico disciolto, che si avvertì nelle aree limitrofe al sito.
Soddisfatto si dichiara il coordinatore del circolo di Sinistra, Ecologia e Liberta ‘A. Vassallo’ di Sessa Aurunca, Domenico Palmieri, per la sinergia con i rappresentanti SEL in Parlamento. “La nostra battaglia, che sarà condotta sempre ai massimi livelli, continua e continuerà fino a quando questi problemi non giungeranno a soluzione”.
articolo tratto da: interno18