giovedì 13 settembre 2012

Reddito di cittadinanza un qualcosa di sinistra


 
 
 
 
 
 
Siccome è da un quindicennio che sento ripetere che la sinistra con o senza centro farà di tutto per cancellare le leggi sul precariato e lo dice e lo scrive in ogni campagna elettorale e, siccome mi sono stancato di raccontarla anch’io questa “favoletta”, mi chiedo perché non sia possibile finirla qui e dire che l’unico modo per combattere il precariato, davvero, è attraverso un reddito di cittadinanza per tutti e tutti. Un reddito, soldi veri, tangibili e che permettano non solo di vivere ma anche di non essere sotto il continuo ricatto del contratto a progetto di turno che ti sfrutta e che, comunque, non ti fa vivere.

C’è una proposta di legge di iniziativa popolare, promossa da SEL e da tante altre realtà della sinistra politica e associativa che in queste settimane in giro per l’Italia sta raccogliendo molte adesioni ma, come il buon Grillo insegna, questo strumento attiva ma non arriva. Si ferma alle soglie di Palazzo Madama e di Montecit...
orio o, al meglio, finisce a prender polvere in qualche cassetto delle Commissioni parlamentari.

Certo, mentre raccoglieremo le firme contro l’art.8 e la manomissione dell’art. 18 chiederemo anche una firma anche per il reddito minimo garantito ma, purtroppo, a sinistra questa cosa non passa proprio e non solo perché è una semplice proposta di legge. Ci abbiamo messo 15 anni (nel 1998 io indossai la mia prima tuta bianca proprio per rivendicare reddito, con la “vecchia” sinistra che mi voleva giubilare) e ci abbiamo messo i 15 anni successivi per fare una timida proposta di legge che non chiamiamo reddito di cittadinanza, cioè di esistenza, perché ancora troppo immersi in quell’etica lavorista che avremmo dovuto seppellire insieme alle macerie del novecento.

Io non avrò una pensione degna, ho fatto per dodici anni il precario e solo per fortuna non rischio di vedere buttato via tutto con il concorso lotteria di Profumo; vedo i miei coetanei e quelli più giovani di me che non riescono a costruirsi un futuro perché gli manca anche il presente per vivere.

Se, a sinistra, c’è qualcuno che è convinto che l’unico reddito di cittadinanza possibile è quello dei padri lo dica chiaramente. Io non ce la faccio più ad essere uno strumento retorico, una suggestione evocata.

Per me è questo lo spartiacque per qualsiasi governo possibile. Non costringeteci a rimettere la tuta bianca.

Roberto Pietrobon
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